Alessio Pellegrini
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Link Building per migliore posizionamento siti web e blog su Google: come fare

Vediamo quali sono le cinque strategie che non possono mancare in una campagna di Link Building.

Cinque strategie che non possono mancare in una campagna di link building

Per un sito che già possiede una buona ottimizzazione on-page, la link building è il fattore cruciale per ottenere un ranking elevato nei motori di ricerca, in particolare su Google, che da sempre ha basato parte del suo algoritmo sulla qualità e la quantità dei link in entrata per determinare il posizionamento di un sito sulla base di una specifica query. Per un sito in cui il traffico proveniente dai motori di ricerca è vitale, lo sviluppo di una campagna di link building deve procedere con la massima attenzione e non può prescindere da alcuni step essenziali.

In generale, una buona campagna di link building prevede due strategie: una a breve termine, una a lungo termine. La prima ha l’obiettivo di migliorare la popolarità del sito sui motori di ricerca e tra gli utenti, spingendo in maniera particolare le keyword long tail per le quali deve essere ottimizzato il sito e può prevedere diversi interventi, come l’inserimento del sito in directory di nicchia, l’article marketing e i comunicati stampa, la presenza su blog e forum, lo scambio link; la seconda ha invece l’obiettivo di rendere sostenibile la popolarità di un sito, spingendo le parole chiave short tail su directory autorevoli, siti importanti di settore, portali verticali e l’ottimizzazione sui social media.

I cinque step che non possono mancare in una campagna di link building sono quindi azioni che devono essere incluse all’interno di una strategia solida. Nel lavoro di SEO ci si trova infatti di fronte a siti i cui proprietari si lamentano perché da qualche agenzia è stata proposta loro una ottimizzazione costosa, ma che non ha sortito gli effetti desiderati. Se si fa una breve analisi di questi siti, ci si trova spesso di fronte ad un numero elevatissimo di link in ingresso, ma che provengono per lo più da directory e siti di article marketing di bassa qualità; spesso inoltre la creazione di back link è avvenuta in breve tempo e non in maniera naturale, segno che non è stata progettata una campagna di link building. Ecco di seguito gli step che non possono mancare.

Analisi della concorrenza

Per prima cosa occorre capire chi sono i concorrenti. Lo si può fare anche manualmente con i motori di ricerca, oppure con appositi tool, impostando in entrambi i casi delle specifiche query. Le query devono essere basate sulle parole chiave di interesse del sito che si vuole ottimizzare. Per fare una lista dei siti concorrenti, si prendono generalmente i primi cinque risultati della SERP, dopodiché si passa alla parola chiave successiva.

Analizzare la concorrenza è importante perché in questo modo si possono individuare i siti e le pagine che linkano verso le aziende con cui si compete. Si potranno quindi analizzare queste pagine (dette pagine referenti) e decidere eventualmente di impiegarle nella propria strategia di link building. Questo processo aiuta nella ricerca di pagine disponibili a cedere link, ma anche a valutare i punti di forza e di debolezza della rete di link degli avversari. In questa fase potranno essere di aiuto tool online come Yahoo! Site Explorer, o stand alone come SEO SpyGlass, che offre gratuitamente diverse funzioni di analisi, permettendo tra l’altro di ordinare i risultati in base al page rank e ad altri fattori.

Le directory

Le directory, nel corso degli anni, hanno perso interesse da parte degli utenti e nella maggior parte dei casi le directory “storiche” non si sono evolute con il web. Anche per questo hanno una sempre minore rilevanza agli occhi di Google, ma restano un valido strumento per implementare soprattutto la strategia a breve termine di link building. È bene però scegliere directory che abbiano determinate caratteristiche, in modo da ottimizzare gli sforzi e non incorrere nel rischio di penalizzazioni. Una buona directory dovrebbe in primo luogo avere una equilibrata distribuzione del page rank nella varie sezioni/categorie. Le pagine che ospitano i link non dovrebbero inoltre essere troppo distanti e non ospitare più di 20-30 link. Sono da preferire quelle directory che consentono di linkare un anchor text. Non bisogna utilizzare software di segnalazione automatica, ma occorre pianificare una pubblicazione graduale dei link.

Scambio link

Lo scambio link è nato inizialmente come modo per incrementare le visite di un sito, scambiandole quindi con siti amici. Con il tempo è diventato anche uno strumento SEO, ma che ben presto è stato preso di mira da Google, che preferisce allo scambio link i link one way. Questo non significa che lo scambio link non sia una pratica da seguire, pur con le dovute attenzioni. Ecco alcune caratteristiche che deve avere un sito con cui fare scambio link:

- Deve essere autorevole (deve soddisfare cioè i criteri di trusting di Google);

- deve essere a tema con il proprio sito;

- ci deve linkare da pagine con pochi link in uscita;

- ci deve linkare dalla home page o da una pagina interna rilevante e con contenuto specifico (non da una link farm).

Uno scambio link ben costruito può contribuire ad aumentare la popolarità su Google.

Guest blogging

La scrittura di post e articoli all’interno di blog di qualità è una strategia di link building efficace, anche nel lungo termine. I siti di article marketing e di comunicati stampa hanno ormai un basso peso per Google, mentre la scrittura di post di qualità, in perfetto accordo con i contenuti e la linea editoriale del sito che ospita il tuo post e con uno-due link verso il tuo sito, viene rilevato da Google in maniera del tutto naturale, per cui il link così creato avrà un buon peso e questo durerà nel tempo, visto che non si rischiano declassamenti come nel caso delle content farm. È importante quindi che il link verso il tuo sito sia posizionato, in maniera più naturale possibile, all’interno del testo. Se poi l’articolo, oltre che in linea con il sito che lo ospita, è ben scritto e genera visite, il tuo link diventerà ancora più popolare. Questa ultima considerazione si lega al punto successivo.

Link baiting

L’espressione “link baiting” è stata resa popolare da Matt Cuts ed è legata sia ai contenuti di qualità, sia al viral marketing. Si tratta in effetti di creare contenuti di qualità, con accorgimenti e strategie che li facciano diventare un’esca, che siano cioè in grado di suscitare la reazione e la condivisione da parte degli utenti. La qualità dei contenuti è quindi condizione necessaria, ma non sufficiente per generare il link baiting. I contenuti devono generare buzz, ad esempio con titoli accattivanti, o con qualche spunto che possa generare reazioni e in qualche caso anche controversie e discussioni.

Il link baiting è quindi una delle strategie più importanti, visto che genera link in maniera naturale, aggiungendo contenuti di qualità al proprio sito. È una strategia a lungo termine e più rischiosa (da bilanciare con altre che possono essere programmate), perché riuscire generare buzz è sempre una piccola scommessa. Matt Cuts però c’è riuscito benissimo, visto che il suo post sul link baiting gli ha fatto guadagnare tanti link in ingresso e la pagina relativa all’articolo ha un page rank pari a cinque!