Il futuro di Google
Come quasi tutti voi sapranno Google si è quotata inBorsa ad Agosto ottenendo una buona accoglienza dal mercato.Nei mesi precedenti alla collocazione in Borsa in molti sisono chiesti per quale motivo Google avrebbe dovuto ricercarecapitali freschi tramite la vendita di proprie azioni, ancheperchè il motorone sembrava (e sembra tuttora!) andarea gonfie vele. Una domanda che è rimasta tuttora senzarisposta, ma sulla quale si possono avanzare diverse ipotesi.
Ipotesi negativa
Partiamo da quella pessimistica e negativa: Google siè quotato in Borsa perchè tutta la sua crescitaè stata basata sul "regalare" proprie azionia dipendenti e fornitori con la promessa che sarebberodiventate, presto o tardi, moneta "sonante".Cerchiamo di spiegare questa teoria, senza utilizzare terminitroppo complessi e propri del solo linguaggio economico.
In pratica Google nella sua fase di crescita, come molteaziende della new economy, ha pagato parte dei salari deipropri dipendenti e alcune delle spese dei propri fornitorioffrendo azioni promettendo che, prima o poi, si sarebbequotato in Borsa e che tali azioni avrebbero potuto esserevendute sul mercato ad un prezzo molto più alto diquello per cui erano state accettate. Tutti coloro che hannoaccettato queste azioni hanno firmato degli accordi permantenerle fino ad un determinato periodo con il divietoassoluto di venderle. E tra questi detentori della prima oraemergono anche nomi importanti e curiosi come Yahoo!,Aol, l' Università di Stanford,Pierre Omydar, fondatore di eBay o ShawnFannin, creatore di Napster, solo per citarnealcuni.
Una piccola parentesi per rispondere ad una domanda chealcuni di voi si saranno appena fatti: come puòYahoo!, il più importante dei suoi concorrenti,possedere delle azioni di Google? In due modi: lo stessoYahoo!, storico protagonista di Internet, è stato unodegli investitori di Google della prima ora e proprio pocoprima della quotazione in Borsa Google ha sistemato unavecchia "lite" con Yahoo! cedendogli qualchemilione di azioni.
Chiudiamo la parentesi e torniamo a noi: quante azioni cisono in giro di Google? Si calcola ben 270 milioni diazioni, circa 14 volte l'ammontare dei titolicollocati inizialmente lo scorso agosto nella Ipo pubblicadel motorone. E cosa potrebbe succedere se la gran partedegli azionisti di Google vendesse le proprie azioni sulmercato, tenendo presente che queste partecipazioni le hannoavute a valori nominali molto inferiori delle attualiquotazioni sopra i 100 dollari?
Nella migliore delle ipotesi un calo del valore del titolo,nella peggiore un vero e proprio dimezzamento del valore, conmiliardi di dollari bruciati ed inevitabili ripercussioni sultitolo. E qualche azionista di quelli che vi ho descrittoprima (i fornitori) ha già venduto le sue azioniappena ha potuto (ovvero appena si è concluso ilperiodo di divieto di vendita).
E' infatti notizia di qualche giorno fa che Heidrick& Struggles, società di ricerca del personale,ha comunicato di aver venduto nel corso della settimana1,2 milioni di azioni Google acquistate meno di un mesefa a un prezzo di 30 centesimi di dollaro attraversol'esercizio di un warrant detenuto dal 2001.L'opzione era stata assegnata come parte delcorrispettivo per una prestazione fornita dallasocietà alla casa del famoso motore di ricerca. Ilprezzo medio di vendita delle azioni è stato di108,22 dollari, per un profitto netto di 128,8milioni di dollari. Il 55% di tale cifra andrà aidipendenti di H&S che avevano partecipato alla consulenzaa Google.
Ipotesi positive
Google ha raccolto dalla quotazione in Borsa capitali freschida investire in nuovi progetti, che nel giro di 10-20 annipotrebbero portarlo a soppiantare l' azienda numero 1 nelmercato software consumer (e non solo) al mondo, ovveroMicrosoft.
Google, infatti, non sarebbe solo un motore di ricerca, magià dalla sua nascita (o, come io ritengo piùprobabile, durante il suo sviluppo) è stato progettatocome una piattaforma multifunzioni in grado di offrirefunzioni di ricerca, di gestione e-mail (vedi il nuovoservizio Gmail), di pubblicazione sul web (Blog, Google News,Froogle), di Adserver per l'advertising (Adsense eAdwords).
Tutti i servizi che finora sono stati lanciati o, comunque,annunciati e che abbiamo brevemente citato poco sopra, sonosola la punta dell' iceberg di quello che potenzialmenteGoogle è in grado di offrire con la multi piattaforma.
Di cosa stiamo parlando?
Negli Stati Uniti circolano voci su diverse possibili nuoveapplicazioni che potrebbero essere lanciate da Google neiprossimi mesi/anni. Ad esempio, un instant messaging in gradodi unire diversi tipi di standard (vedi gli instant messagingdi Yahoo, Microsoft o Aol in questo momento ancora separati)oppure, ipotesi ancora più affascinante, un vero eproprio browser indipendente che potrebbe nascere conl'acquisizione/alleanza con il team di sviluppo diMozilla, il più celebre browser opensource che staguadagnando consensi sempre maggiori.
E nello stesso ambito opensource Google potrebbe distribuiregratuitamente applicazioni gestibili da remoto che potrebberoessere molto simili a quelle attuali presenti in Office diMicrosoft. Ma non solo: Google potrebbe affrontaredirettamente Microsoft lanciando un motore di ricerca internoda installare sul proprio personal computer da utilizzare siaper la ricerca dei propri files, sia per la ricerca suInternet e con la possibilità di mettere incondivisione online i files e le cartelle che sidesiderano.
Google, dunque, anche circuito scambio P2P?
In tutto questo rimane da capire come potrebbe guadagnareGoogle. Risposta di alcuni: tramite lapubblicità .
In tutte queste applicazioni che Google offrirebbegratuitamente potrebbe, infatti, essere installata e fattavisualizzare la pubblicità contestualizzata raccoltaattualmente tramite Adwords.
Ma una domanda sorge spontanea: può bastare la solapubblicità (mercato altamente "ballerino") agiustificare un tale percorso evolutivo? E Microsoft stessanon potrebbe lanciare un proprio servizio di ricerca online eoffline da installare sul desktop sfruttando la propria quasitotale presenza sui personal computer mondiali tramite ipropri sistemi operativi?
O ipotesi ancora più affascinante, non èpossibile che Microsoft decida di fare una offerta ostilecercando di acquistare tutte le azioni di Google presenti sulmercato? (che sono una minima parte dell'intero capitale,ma che potrebbero aumentare nel corso degli anni, soprattuttoin una ipotesi di "fase di crisi del titolo" , comeabbiamo visto nella prima di questo articolo)
Quello che è sicuro, al momento, è che neiprossimi anni ne vedremo davvero delle belle, sempre cheGoogle e Microsoft non decidano di stringere pubblicamente omeno un'alleanza vitale per entrambi (nel senso che se siscontrassero una dei due morirebbe sicuramente).
Una ipotesi, questa dell'accordo, che non èassolutamente da sottovalutare, anzi.
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