Federico Riva
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Scegliere il giusto nome a dominio per ottimizzare il proprio sito web (Terza Parte)

Molti ancora si chiedono se è meglio separare leparole contenute allinterno di un nome a dominio con deitrattini. Cè da dire che negli ultimi tempi le cosesono cambiate e molti si sono accorti che mettere deitrattini non è affatto sempre conveniente. La modadei trattini nacque insieme con la credenza (di fattosostenibile) che i motori di ricerca privilegiassero i dominiche separavano le parole con dei trattini, nel caso in cuiqueste parole fossero cercate in una query del motore diricerca. Quindi, se un searcher avesse cercato su unmotore di ricerca: o mangi questa minestra o ti butti dallafinestra, lidea era che sarebbe stato privilegiato questodominio o-mangi-questa-minestra-o-ti-butti-dalla-finestrapiuttosto che questo omangiquestaminestraosaltidallafinestra.Forse una volta le cose stavano effettivamente così.Adesso non più. Per non parlare del fatto che sonosempre più rari i keyphrase-domain che possano avereuna qualche utilità economica. Anche in questocaso, i migliori domini sono tutti stati già occupati,o da società che si occupano effettivamentedellargomento in questione (per esempio: mutuixonvenienti,finanziamentilavoro, vacanzemontagna, trovareimpiego, etc.) oda società che si occupano di occupare i domini e poidi rivenderli a chi si occupa o si vuole occupare di quelbusiness (una pratica nata agli albori di Internet eche continua ancora oggi).

La tendenza più recente è quindi quella di nonpuntare eccessivamente alla semanticità del dominio disecondo livello, quanto piuttosto di dare vita a un bel nomea dominio, con tutte le caratteristiche tipiche dei bei nomi,nati prima di Internet, con qualche accortezza inpiù in merito a possibili errori di battitura ecomunque ed eliminando il più possibile itrattini, perché se è vero che i motori diricerca hanno smesso di dare un vantaggio alle parole chesono divise da trattini è altrettanto vero che inavigatori preferiscono scrivere senza trattini, per unsemplice motivo di economicità (di semplicità).

Ovviamente, come già detto, bisogna assicurarsi chele estensioni .com e la .it siano disponibili, altrimentisi rischia di jeopardizzare (mettere in pericolo) tutta lapropria attività con un errore iniziale. E ancheconsigliabile occupare, se possibile, tutte le estensioniprincipali (.org, .net, .biz) dal momento che ormai i nomi adominio sono venduti a prezzi molto bassi e non rappresentanopiù quel fardello economico di qualche anno fa.

Veniamo ora al tema (veramente nuovo) degli indirizzi dellepagine interne di un sito web. Quello che abbiamo detto valein parte anche per gli indirizzi interni, anche se bisognafare alcune distinzioni.

Molti si chiedono se un indirizzo lungo è penalizzatodai motori di ricerca rispetto a un indirizzo breve; postoche bisognerebbe intendersi meglio su che cosa si intenda perlungo e breve, possiamo subito dire che i motori di ricercatendono a privilegiare indirizzi comprensibili e,paradossalmente, per ragioni che hanno a che fare con lavisione che lessere umano ha di questi domini. Gliindirizzi astrusim tipo questo:

http://www.nomesito.com/admin.pperl/page=EfJk/k=yhtttt%20di%20keyword/w1=21sono ancora molto diffusi e non sono buoni né per imotori di ricerca né per i navigatori. Il motore diricerca non riesce a dare alcun senso a questo indirizzo(che non contiene parole significanti) e luomo tanto meno.Quindi non vi è dubbio che se, questo indirizzotratta di mazze da golf usate, esso sarà (aparità delle altre variabili in gioco di cui nonparleremo in questo articolo) penalizzato nei confronti diquesto altrodominio:http://www.altronomedominio.com/mazze_da_golf_usate.html.