Federico Riva
a- a+

Scegliere il giusto nome a dominio per ottimizzare il proprio sito web (Quarta Parte)

La semplicità paga. Su questo non cèalcun dubbio. Il fatto che spesso si trovino domini astrusimeglio posizionati su alcune keyword rispetto a domini comequello di cui sopra è dovuto semplicemente al fattoche le due pagine hanno per il motore di ricerca un pesodiverso; possono essere linkate diversamente, possono averecontenuti diversi, possono essere scritte diversamente (lapulizia dellhtml è sempre più importante, comevedremo) etc. Quindi non bisogna farsi ingannare da evidenzeempiriche e fuorvianti.

Il nostro consiglio è quindi quello (ancoravalido nonostante molti dicano che non lo sia più)di scrivere gli indirizzi interni di un sito in manieracomprensibile per un motore di ricerca, attinente aicontenuti del sito (se la pagina non parla di mazze dabaseball usate ma di confetture allalbicocca, quellindirizzosarà controproducente) e di immediata comprensioneanche per un navigatore (quindi: per la macchina e perluomo). E bene infatti sottolineare il fatto chelutilizzatore di un motore di ricerca (il searcher)sta diventando sempre meno distratto.

Se un tempo si cliccavano automaticamente il primo o i primirisultati di una qualunque query, adesso si fapiù attenzione sia al titolo sia alla descrizione siaallindirizzo stesso e, dal momento che normalmente accedono aun sito più utenti da pagine secondarie rispetto chedalla home page (parliamo qui di accessi attraverso motori diricerca, ovviamente), è evidente che questi urldebbano immediatamente far capire allutente di che cosatratta la pagina.
Alcuni sostengono che indirizzi troppo perfetti (come necaso delle mazze da baseball) siano ormai visti dagli utenticome figli di siti spam, che non hanno contenuti reali ma cheraccolgono soltanto testi fittizi per indicizzarsi e portaretraffico a pubblicità contenute sul sito stesso(tipicamente gli Adsense di Google). A nostro parere questaconsiderazione è veramente valida soltanto per idomini di secondo livello primari (tipo:www.mazze-da-baseball-usate.com), mentre non si applica agliindirizzi interni. E vero che tutti gli spam siteprofessionali tendono (o forse, tendevano) a scrivereindirizzi eccessivamente puliti, ma è anche vero chenon per questo bisogna scrivere indirizzi astrusi percercare di differenziarsi dai sitispam. La cosamigliore che si possa fare, per differenziarsi dai siti spamin fase di indicizzazione e visualizzazione nei motori diricerca, è quello di fare in modo che appaiano untitolo e una descrizione che siano evidente frutto di unlavoro editoriale (non parliamo ovviamente di descriptiontag ma di testo effettivamente presente sulla pagina webindicizzata).

 

La brevità del percorso necessario per raggiungere lepagine interne

Come ultima raccomandazione, è bene che non ci sipreoccupi soltanto della forma e dellapparenza degliindirizzi interni, ma anche della distanza che li separadalla home page e dalle altre pagine. Sia gli uomini sia imotori di ricerca (e i motori di ricerca lo hannoimparato dagli uomini) non gradiscono pagine che sianotroppo difficili da raggiungere e quando diciamodifficili diciamo soprattutto che necessitino di  troppiclick. Se per raggiungere una qualsiasi pagina dalla homepage debbo impiegare più di 3 click non vi èdubbio che sia i motori di ricerca sia i navigatoritroveranno questa cosa sconveniente in quanto rende il sitopoco usabile. Il libro come è attualmente costituitoha sostituito i rotoli proprio per la sua facilità diconsultazione, non per altri motivi. In un libro, possiamopassare dalla pagina 1 alla 500 in un soffio, mentre questonon è possibile in un rotolo. Lo stesso principio deveessere applicato al Web ed è quindi fondamentaleche il navigatore possa passare dalla home page alla paginapiù profonda (e viceversa) con al massimo treclick (lideale, difficilmente raggiungibile per i grandisiti, è quello comunque di due click).