Velocità collegamento Internet: limitazioni al P2P, Voip e ad altre applicazioni. In silenzio. Senza che nessuno dica nulla

Il 2009 sarà l'anno della neutralità dellarete.

La vicenda che ha coinvolto di recente Google ed èrimbalzata su molti giornali, di recente, è stato soloun primo esempio. Da allora, c’è stato uncrescendo: Tele2 è stato il primo operatore multatoper filtri al peer to peer. Cox, il terzo provider Usa senteil dovere di dichiarare che da febbraio comincerà arallentare alcune applicazioni e che questo non viola laneutralità della rete.

Sembra un mettere le mani avanti: in precedenza i provideramericani avrebbero agito senza prima avvisare gli utenti - eComcast così ha fatto (di recente ora forse anche conil VoIP, dopo il peer to peer) e quindi è finita nelmirino di Fcc (l’Authority statunitensi delletelecomunicazioni).

Ma la fame di trasparenza monta da ogni dove e non sipuò certo affidare al buon cuore degli operatori odalla solerzia delle norme. Ecco perché stannocrescendo, in numero e qualità, gli strumenti onlineper controllare se il proprio operatore manomette laconnessione, facendo prioritizzazione di traffico,rallentando alcune applicazioni.

È sorto così Measurement Lab, con una bellacollezione di test (dietro c’è, tra gli altri,Google). Ad oggi il test più interessante èGlasnost (“trasparenza”, appunto, in russo; maè una parola che ha un passato politico, risale allaPerestrojka, ed è quindi doppiamente adatta al temadella neutralità della rete: ne evidenzia la naturaprettamente politica, intrisa di poteri e interessicontrapposti). In futuro, annuncia Measurement Lab,arriveranno altri test per la neutralità: significache è un laboratorio in corso d’opera e cheintensificherà i propri sforzi in futuro.

Facendo un riassunto: la difesa della neutralità dellarete adesso è affidata al fai da te degli utenti (enemmeno di tutti: solo di quelli abbastanza esperti daconoscere il tema); negli Usa, può poggiare anchesull’occhio di Fcc. In Italia, al momento, lospauracchio è al massimo una multa lievedell’Antitrust, perché l’Autoritàgarante delle comunicazioni ancora non ha preso posizione.Troppo poco, per un tema che segnerà, con tuttaprobabilità, le future trame dell’internetmondiale.

Le regole, del resto, sono ancora poco chiare e per ora glioperatori che filtravano il peer to peer sono stati colpitidalle autorità solo perché l’hanno fattosenza avvisare gli utenti. Un difetto di trasparenza,insomma. Non è stata ancora pronunciata una posizioneforte a favore o contro questa pratica: il dibattito èaperto, anche perché il concetto di neutralitàdella rete è pieno di sfumature.

Non ne esiste nemmeno, ancora, una definizione univoca: a chepunto l’intervento di gestione dell’operatoresulla propria rete smette di essere normale pratica diquality of service (così la definiscono Cox e altri,anche Tele2 e Wind) e comincia a violare la neutralitàdella rete? Se con questo termine vogliamo indicare queiprincipi fondamentali che hanno permesso a internet, finora,di essere un posto aperto all’innovazione eall’ingresso, anche distruttivo, di nuovi entranti.

Per questo motivo, quello che manca adesso èsoprattutto un’attività di divulgazione suquesto tema, che impatta su tutti gli utenti internet (anchee soprattutto su chi ignora che cosa sia).