Connettivitą: I provider iniziano a filtrare e limitare il traffico P2P e VoIP?
Abbiamo già parlato della vicenda del provider Liberoe di altri provider che sembrerebbero limitare il trafficoP2P di scambio file.
Vi ricordiamo sulla vicenda appena sopraindicata questoarticolo:
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In Italia, la questione del filtraggio del traffico P2P pursuscitando polemiche, è ancora abbastanza limitata,mentre negli Stati Uniti, le nuove limitazioni che sembranoessere messe in atto dai vari provider che offronoconnessione ad Internet è molto più sentita eaccesa ed è arrivata anche sulle pagine dei giornali.Anche perchè le limitazioni non sarebbe soloriguardanti al P2P, ma anche al traffico voce via Internet,ovvero al Voip. Molti utenti infatti hanno denunciato che,negli ultimi tempi, telefonando via Intenet attraversosoftware come Skype o simili, la qualità della voceè minore, la trasmissione cade frequentemente, ci sonostrani rumori di fondo. Tutte cose che fino a qualche mese fanon c'erano assolutamente.
Il problema è che, secondo alcune indiscrezioni, moltiprovider americani stanno acquistando ed installando sulleproprie linee software (un esempio lo si può vederequi: http://www.sandvine.com/) in grado diriconoscere la qualità del traffico generato dalproprio utente e di poterlo gestire. Spieghiamoci meglio:questi software sono in grado di rilevare se l'utentecollegato sta utilizzando sistemi di condivisione files comeWinMx, Emule o BiTtorrent, o stia telefonando su Internet, adesempio con Skype.
Una volta riconosciuta la qualità del traffico chetale utente sta generando, i provider in automatico, conquesti tipi di software possono gestire a loro piacimentoquel particolare tipo di traffico, limitandolo, ad esempio,dopo una certa soglia. In tal modo la navigazione o loscarico delle e-mail risulterebbe sempre veloce e di ottimaqualità, ma, in maniera "inspiegabile" ildownload dei files reallenterebbe e la qualità delVoip risulterebbe scadente.
E' da ricordare, per il momento che non c'ènessuna legge che obbliga i provider a limitare il trafficoP2P dei propri utenti, nonostante le pressanti richiestedelle major discografiche. Ma, è utile ricordare, chesecondo recenti statistiche, il il 60% del traffico totale diInternet è basato sullo scambio files con un aumentoaltissimo del traffico generato dagli utenti rispetto aglianni precedenti e con un conseguente aumento di spese daparte dei provider che offrono i servizi di connessione.
D'altronde se fino a due anni fa, si scambiavanosoprattutto Mp3, oggi si tendono a scambiare soprattuttovideo, film e interi videogiochi (ricordiamo che scambiaretale materiale protetto da copyright è assolutamenteillegale).
Se quindi, la decisione di limitare il traffico P2P da partedei provider sembra essere motivata da ragionamenti economicie di risparmio sui costi, ben diverse sono le ragioni chelimitano il traffico e la qualità del Voice Over Ipche non "mangia" assolutamente così tantabanda come la condivisione e lo scambio di files.
Prima di tutto, bisogna ricordare che in molti casi il Voipè visto come una minaccia dalle società ditelefonia che in meno di 10 anni potrebbero vedersi ridottoil traffico telefonico ai minimi termini (traffico cheè bene ricordare è una delle principali vocidel loro fatturato) e che molte di queste società sonole stesse che forniscono connessioni Internet o che hannoimportanti partecipazioni in Internet Provider che gestisconoAdsl o collegamenti in Fibra.
In secondo luogo, molte di queste società, visto ilsucesso di Skype e di numerosi altri software indipendentiper le chiamate telefoniche via Internet, stanno iniziando aprogettare sistemi Voip propri. E, potendo controllare iltraffico, non è impensabile che tali societàpossano limitare la qualità del traffico di "Voipesterni" al proprio, offrendo in tal modo il propriosistema di Voice Over Ip ai propri utenti potendo mostrare ailoro clienti una qualità superiore. Questi problemi,appena citati, non sono fantascienza, ma sono moltopiù vicini di quello che si possa immaginare e negliStati Uniti, in alcuni casi, sono già realtà.Il vero problema di fondo è che le varie TelCom, hannosottovalutato per molti anni le potenzialità diInternet e non si sono interessate ai potenziali business chela stessa Grande Rete poteva offrire.
Ora, quelle che prima potevano essere opportunità (adesempio il download legale di film o musica o le telefonatevia Internet) vedono in vantaggio operatori del calibro diApple, Google, Ebay (proprietaria di Skype) e si stannotrasformando sempre più in minacce, terribili minacce.
Per approfondire il discorso anche dal lato dei contenutimultimediali vi consigliamo di leggere questo articolo:
https://www.webmasterpoint.org/speciale/2006feb08-fine-della-rete.html
E questo altro approfondimento che indica come i providerstiano pensando a nuovi servizi a pagamento (che finora sonostati gratuiti):
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