La fine della Rete?

Connettività a banda larga per tutti, ma conlivelli d'accesso alle informazioni bendifferenziati: platino o oro per chiè disposto a pagare di più ed avere liberoaccesso a contenuti multimediali di ogni tipo,argento per chi non vuole spendere una fortuna,felice di ottenere informazioni "impacchettate" ,calate dall'alto da grandi editoricommerciali.

Benvenuti nella Internet del futuroimmaginata da Jeff Chester, direttore del Center forDigital Democracy (CDD) di Washington. Dalle colonne delprestigioso The Nation, Chester ha lanciato un inquietanteallarme rosso rivolto a tutti gli utenti diInternet: "L'industria delle telecomunicazioniè pronta per tramutare la Rete in un colossale sistemaglobale per la vendita di dati" , avverte, "dovequalsiasi movimento online verrà intercettato edaddebitato al dettaglio".

Il piano, stando alle dichiarazioni di Chester, ègià in fase di studio e coinvolge tutti i gigantidelle telecomunicazioni statunitensi: operatori del calibrodi Comcast e Verizon, così comel'importantissima Cisco Systems. Il CDD ha quindi pubblicato unaserie di progetti in corso che dimostrerebbero l'avventodel cosiddetto concetto"pay-per-play" , la mossa asorpresa degli operatori per sfruttare a pieno la diffusionedella banda larga.

"Grazie alle nuove tecnologie di routing che permettonol'ispezione approfondita dei singoli pacchetti didati" , spiega Chester, "gli operatori telefonicifaranno pagare il download di un qualsiasi filmatocosì come l'invio di un messaggio di postaelettronica".

L'intera vicenda nasce dalla fortissimatentazione del governo americano di lasciareInternet completamente in mano alle aziende delletelecomunicazioni. In questo modo, gli ISP otterrebbero lamonetizzazione completa di qualsiasi aspettodella telecomunicazione digitale. Il costo della connessione,infatti, verrà determinato in base alle abitudinidell'utente: la visualizzazione di filmati avrà uncosto "al byte" , ad esempio, mentre l'uso dideterminati software per il file sharing o per latelefonia VoIP verrà reso talmente lento da essereinutilizzabile.

Ma non solo: l'aspetto più inquietante, secondo lostudioso, sta nella differenziazione deicontenuti e nella sponsorizzazione del trafficoonline. Dato il costo della trasmissione deidati, gli editori online potranno pagare glioperatori affinché "i loro contenuti sianodisponibili a maggiori velocità".

Un grande gruppo editoriale, in questo caso, avrà mododi sponsorizzare gli ISP affinchél'accesso alle pagine web dei loro quotidiani diventipiù rapido e gradevole. Un servizio televisivoè stato prodotto dalla CNN? Via libera e velocitàgarantita per un download privilegiato. Lo stessoevento, filmato da un blogger squattrinato? Accesso avelocità limitata: l'infrastruttura dicomunicazione andrà tanto più veloce quantopiù gli editori saranno disposti a pagare.

Una prospettiva di questo genere, aggiunge Chester, nonpuò che far sorgere un atroce dubbio: "Andiamoverso un'Internet dove i contenuti prodotti da soggettiindipendenti e non-profit sono destinati a scomparire?".La risposta arriva dai membri di FreePress,un'associazione che si dedica alla difesa dellelibertà digitali: "Il valore fondamentale diInternet" , quello dellaneutralità , "èindubbiamente sotto l'assedio congiunto di grandi gruppiindustriali ed operatori telefonici". "Internetdeve rimanere aperta ed indipendente, così da lasciarespazio ai protagonisti della rivoluzione digitaledell'informazione: utenti, blogger e piccoliimprenditori" , ribadiscono con forza i portavoce diFreePress. A leggere i blog e gli interventi di esperti, lapreoccupazione è fortissima.

Tommaso Lombardi