GNU/Linux in azienda: un altro client è possibile! (Parte II)

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La seconda fase parte alla fine del 2000 conl'introduzione di 2-3 pc all'ufficio bolle insostituzione di vecchi client Windows98. Così,sostituendomi allo psicologo aziendale , ho seguito nei duemesi successivi questi utenti come bambini piagnucolosi chenon vogliono imparare a scrivere.

Il risultato è doppio e diametralmente opposto: ilprimo è che le macchine in questione funzionano senzagrossi problemi, fanno quello che devono fare magari con unasequenza di click del mouse diversa (soprattutto conOpenOffice che è il vero fulcro della migrazione). Ilsecondo è che si scatena una guerra di religioneall'interno dell'azienda per la serie tutti contro ilCED (e GNU/Linux). Sono stato tacciato come comunista, noglobal. L' azienda, invece, come un gruppo di sfigatiperchè GNU/Linux lo usavamo solo noi.

Inconsciamente, poi, mi sono ritrovato ad amministrare unarete di geni dell'informatica (non sapete quante volte misono sentito dire "un mio amico mi ha detto..." ,"mio fratello fa..." , "e...il mio pc a casafa e questo non lo fa..."). Il bello è che tuttiquei commenti erano fatti , con tanto di email alla direzioneaziendale, da gente che aveva ancora un pc con Windowsinstallato.

Ma entriamo nel vivo della faccenda. Dopo aver risolto gliaspetti tecnici della migrazione, modificando cioè lascelta di alcuni pacchetti software installati , esoprattutto insegnando le funzioni elementari di OpenOffice ,ad es.: insegnando a salvare un documento di testo in formatoWord o Excel solo nel momento in cui lo si invia a terzi ocercando le funzioni utilizzate in Excel che nella nuovasuite si trovano sotto altro nome, iniziamo a sostituire lemacchine obsolete con macchine GNU/Linux, ignorandosistematicamente ogni lamentela dopo un nuovo incontrochiarificatore con la direzione aziendale con domanda deltipo: - "Visto che gli utenti rompono cosa faccio"-

  • Risposta: "Avanti!"
     
  • Quindi...

Nel frattempo nel 2002 nasce lo stabilimento remoto, nonpresidiato, a 20 km dalla sede centrale e dopo un po' ditempo nasce una nuova esigenza. Ci sono alcuni client cheutilizzano le solite applicazioni (quindi una macchinaGNU/Linux andrebbe bene) con in più alcuneapplicazioni VisualBasic con Database Access che risiedono suun server all'altro lato del tunnel.

Ci viene incontro Telecom Italia, che ci fornisce cosìuna HDSL a 2MB. Provate a fare una query sql su un databaseaccess di modestissime dimensioni e aspettate il risultato... gli utenti rischiano l'invecchiamento precoce. Si è provata quindi la strada terminal server(attualmente su un server Windows 2003) che ha risolto dueproblemi in un sol colpo: la velocità  e quindil'utilizzabilità  dei software eseguiti inremoto e la portabilità dei programmi Windows anche suclient GNU/Linux (tramite tsclient e rdesktop) sia sui clientremoti che su quelli della lan locale. Questo perchèaumentando il parco di client GNU/Linux installati vi eranoalcuni software che potessero girare solo su macchineWindows. Esempi si possono fare con il software perl'ufficio commerciale, software per laqualità  , software per la pallettizzazione deimagazzinieri, et cetera.  Senza questa soluzione lamigrazione di tanti client sarebbe risultataimpossibile!  Fin qui, a parte scontri di un certo tipocon gli utenti che alla prova dei fatti si sono dovutiarrendere al fatto che "o ti tieni la macchina obsoletao usi quello che ti diamo noi" , fondamentalmente sitratta di imparare qualcosa di nuovo, non si sono verificatimolti problemi.  Al giorno d'oggi vi sono comunquearee aziendali in cui l'introduzione di altri softwareche non siano: Microsoft Office, Internet Explorer , Cad ealtri software di questo genere sono obiettivamenteimpossibili (badate bene che non sto parlando di GNU/Linux madi sw applicativi).

Le aree in questione , commerciali con portatili che sicollegano da tutto il mondo e ufficio tecnico a parte , sonotutte quelle che hanno a che fare con la pubblicaamministrazione: ufficio amministrazione, ufficio personaletanto per fare alcuni esempi. La cosa, personalmente, mi farabbrividire se pensiamo a quanti paesi in tutto il mondostiano valutando/utilizzando il software libero per lastandardizzazione dei documenti. L'Italia e' ancoraal punto che per utilizzare alcuni siti internet si deveavere installato Internet Explorer.

Recentemente la nostra azienda ha acquisito un altrostabilimento produttivo in provincia e abbiamo replicato laprecedente struttura per la connessione delle due lan eabbiamo proceduto installando Client GNU/Linux. Il tuttomantenendo e tenendo ben presenti le nostre esigenze alivello applicativo: client email, client 5250 as400,OpenOffice, client terminal server, software di fotoritocco(Gimp) , scannerizzazione (Xsane o Kooka), fax (hylafax suserver e personalizzazione di smbfax per la notifica dei faxinviati), macchine fotografiche digitali varie , ecc. Attualmente i desktop GNU/Linux sono circa il 40% dei clienttotali e , quando possibile, questa configurazione èdiventata lo standard de facto. Effettivamente gli interventiremoti vengono fatti con una shell e un client ssh. Il crashdelle macchine GNU/Linux e' tanto raro quanto motivato. Esiccome amministro il tutto da solo...

Questa esperienza non serve a dire che un sistema operativosia meglio di un altro , tant'è che comunqueWindows XP e Microsoft Office sono senz'ombra di dubbiobuoni prodotti, però mi sembra quantomeno ovviotentare vie alternative quando possibili, al fine di farerisparmiare soldi in licenze software alla propria azienda.

Alla luce della mia esperienza il sistema operativoGNU/Linux, OpenOffice, Gimp, Thunderbird, e altri che noncito adesso, sono tutti software tranquillamente paragonabiliai loro concorrenti commerciali, sia comefunzionalità  che come grado di utilizzo ancheper un utente in ambito professionale.

Il problema nella migrazione verso l'opensource deveessere affrontato a più e diversi livelli:
 

  • presso la direzione aziendale: parlando dei pregi e dei difetti della soluzione;
  • presso gli utenti: facendo in modo che accettino la cosa il meno negativamente possibile
  • presso se stessi: perchè l'evidente risparmio economico in termini di licenze si traduce , soprattutto all'inizio , in un carico di lavoro maggiore sui tecnici del CED e secondariamente in una personalizzazione delle applicazioni che lavoreranno sui desktop. Questo perchè, ad esempio, se hai un ambiente misto non esiste la stessa applicazione client per inviare fax sia per Windows che per GNU/Linux, quindi devi inventarti qualcosa affinchè tutti usino lo stesso strumento.

GNU/LINUX però, non sempre è sinonimo di"gratis". I soldi risparmiati in licenze , pagati amultinazionali, e nella formazione di sistemisti GNU/Linuxrimarranno nel territorio pagando i tecnici che farannomanutenzione e sviluppo alla vostra rete. Questo concettodeve essere chiaro, come deve essere chiaro che se si parladi GNU/Lnux le schermate blu, il panico del sistemista chedice - "oddio se installo questo software magari non mifunziona più quest'altro" - , rimarranno soloun brutto ricordo. Alcuni pc dimenticate di averli , vipossono chiamare perchè hanno bisogno di un nuovoapplicativo, o perchè erano abituati a fare una cosain un modo e adesso lo devono fare in un altro. Altroaspetto: negli ultimi 5 anni nonostante chilogrammi diantivirus e di antispam installati fin nelle calcolatrici ,un virus è entrato, avete presente cosa significhi? Iclient GNU/Linux se la ridevano di brutto! E' tutto!

Spero che la mia esperienza possa servire qualcun altro afare il grande salto perchè comunque il beneficioc'è, soprattutto per l'azienda, e nonostantetutti i vari sondaggi pro e contro sul TCO e varie altresigle, GNU/Linux e' più sicuro e piùstabile anche sui client.