Visto per nomadi digitali in Italia. Le regole e come ottenerlo

Con l'avvento del digitale, molti professionisti hanno scelto di lavorare in modo itinerante, sfruttando la possibilità di connettersi da qualsiasi parte del mondo.

Visto per nomadi digitali in Italia. Le
Marcello Tansini 

Con l'avvento del digitale, molti professionisti hanno scelto di lavorare in modo itinerante, sfruttando la possibilità di connettersi da qualsiasi parte del mondo. L'Italia si è attrezzata per accogliere questa nuova forza lavorativa globale, implementando regole dedicate ai nomadi digitali, che vogliono trasferirsi e lavorare nel Belpaese.

Chi può applicare?

Il decreto interministeriale ha definito il nomade digitale come il cittadino extra-UE che svolge un'attività lavorativa altamente qualificata con il supporto di tecnologie che permettano di lavorare a distanza. Questa figura professionale può essere un lavoratore autonomo, un collaboratore, o anche un dipendente di un'impresa estera operante in Italia.

Come ottenere il visto

Per soggiorni superiori ai 90 giorni, il nomade digitale dovrà richiedere un visto di ingresso e un permesso di soggiorno denominato Nomadi digitali. Non è richiesto un nulla osta provvisorio, ma si deve presentare una dichiarazione da parte del datore di lavoro e dimostrare di non avere condanne specifiche negli ultimi 5 anni.

Requisiti necessari

  • Reddito minimo annuo triplo rispetto al livello necessario per l'esenzione dalla spesa sanitaria, ovvero oltre 28.000 euro.
  • Possesso di una assicurazione sanitaria valida per tutta la durata del soggiorno nel territorio nazionale.
  • Dimostrazione di un luogo di alloggio idoneo e di almeno sei mesi di esperienza come nomade digitale o lavoratore da remoto.

Il permesso di soggiorno per nomadi digitali ha una durata massima di un anno e può essere rinnovato se permangono le condizioni iniziali. La richiesta va presentata direttamente alla questura competente entro otto giorni lavorativi dall'ingresso in Italia.

Disposizioni riguardo il nucleo familiare e gli obblighi fiscali

È possibile il ricongiungimento dei familiari, ai quali può essere concesso un permesso di soggiorno per motivi familiari della medesima durata di quello del lavoratore.

Riguardo le disposizioni fiscali, ai nomadi digitali e ai lavoratori da remoto verrà assegnato un codice fiscale dalla questura ed é possibile richiedere un numero di Partita Iva all'Agenzia delle Entrate, che verificherà l'affidabilità fiscale del richiedente in collaborazione con le autorità del Paese di provenienza.

Violazioni delle norme tributarie possono portare alla comunicazione diretta all'autorità che ha rilasciato il permesso di soggiorno, con possibili conseguenze sulla validità dello stesso.

Con queste premesse, il nomade digitale è benvenuto in Italia, pronto a scoprire le bellezze e le opportunità lavorative che il Paese offre, in un ambiente sempre più attento alle esigenze del lavoratore moderno.