Rete 5G: entrata in vigore limiti elettromagnetici pił alti. Cosa cambia?

Con la promulgazione della legge 214/2023, l'Italia si fa testimone di un importante cambiamento nello sviluppo infrastrutturale delle reti mobili.

Rete 5G: entrata in vigore limiti elettr
Lorenzo Pascucci 

Con la promulgazione della legge 214/2023, l'Italia si fa testimone di un importante cambiamento nello sviluppo infrastrutturale delle reti mobili. Dal 29 aprile infatti, i limiti delle emissioni elettromagnetiche hanno subito un significativo incremento, passando dai 6 V/m a ben 15 V/m. Un adeguamento che segna un'era nuova per il comparto delle telecomunicazioni e che risponde a una domanda crescente di capacità e velocità nella trasmissione dati.

Le novità del Decreto Concorrenza

Il decreto Concorrenza, recepito dalla legge summenzionata, ha introdotto emendamenti chiave che consentono questo balzo in avanti. Gli operatori di telefonia mobile potranno dunque battere nuovi sentieri nella 5G economy italiana, spianando la strada per una rete altamente performante.

Come precisato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tali misure mirano a consolidare la competitività del sistema Paese, puntando su una maggior efficienza nell'uso delle frequenze. La nuova soglia promette di essere una mossa strategica per rafforzare la copertura e incrementare le performance del 5G, soprattutto per le antenne che utilizzano lo spettro dei 26 GHz.

Impatto sull'efficienza della rete e salute pubblica

Con il limite portato a 15 V/m, si avrà una copertura di segnale più ampia e meno antenne saranno necessarie per raggiungere la stessa qualità di servizio. Ciò si traduce in una minore occupazione degli spazi e potenziali vantaggi economici per gli operatori. La portata inferiore del segnale a 26 GHz beneficerà notevolmente da questa modifica, permettendo una distribuzione del segnale più omogenea.

Sono state espresse preoccupazioni sulla salute a fronte di tali innalzamenti, ma il consenso scientifico, guidato dalle ricerche dell'ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), non sostiene un incremento del rischio. La soglia italiana, anche se aumentata, resta ben al di sotto dei 61 V/m raccomandati dall'ICNIRP e inferiori a molti altri limiti europei imposti in Paesi come Francia e Germania.