I cellulari spiano e ascoltano le conversazioni, arrivano le prime conferme ufficiali

L'impetuosa questione riguardante la privacy degli smartphone si infiamma: recenti scoperte rivelano infatti prassi inquietanti nel campo del marketing digitale.

I cellulari spiano e ascoltano le conver
Lorenzo Pascucci 

L'impetuosa questione riguardante la privacy degli smartphone si infiamma: recenti scoperte rivelano infatti prassi inquietanti nel campo del marketing digitale. Ma quali sono i fatti concreti dietro alle preoccupazioni che affliggono da anni gli utenti?

L'ascolto non è più un tabù

Una rivelazione sconvolgente proviene dall'analisi di 404 Media, che ha scoperto come alcune aziende di marketing promuovano apertamente l'utilizzo di software capaci di ascoltare le nostre conversazioni. Estraendo informazioni dalle nostre conversazioni quotidiane, tali sistemi promettono di offrire servizi pubblicitari estremamente personalizzati. Ma come funziona realmente questa tecnologia, e quali sono le sue implicazioni legali ed etiche?

Il caso Cox Media Group

Cox Media Group (CMG), ad esempio, ha pubblicizzato un servizio denominato Active Listening con una presentazione che sembrava uscita da un racconto distopico: "Che cosa significherebbe per il tuo business se potessi targetizzare dei potenziali clienti che stanno attivamente discutendo dei loro bisogni nelle conversazioni quotidiane?".

CMG ha affermato inizialmente di essere in grado di riconoscere conversazioni pertinenti tramite smartphone, smart TV e altri dispositivi, usando l'AI per permettere alle imprese locali di inviare annunci mirati. La validità delle affermazioni di CMG è attualmente oggetto di dibattito, da quando il gruppo ha dichiarato di non ascoltare conversazioni reali, ma di affidarsi a dati anonimi e criptati e da quando le pagine web che sponsorizzavano il servizio sono state rimosse. 

Legale ma eticamente dubbio?

Non di meno, la questione legale è stata affrontata dallo stesso CMG, affermando la legittimità di queste pratiche basata sul consenso, spesso inconsapevole, degli utenti. La legalità, tuttavia, non sana le preoccupazioni etiche: la finezza con cui si intrecciano termini di servizio e privacy esigue è un campo minato per il rispetto dell'individualità.

Google e Apple si limitano a rassicurare gli utenti affermando che da anni, le loro piattaforme limitano l'accesso al microfono e alle fotocamere ad app che si trovano nell'attività specifica, con dichiarazioni pubbliche sulle misure adottate per proteggere la privacy dei propri utenti.

Restano molti interrogativi ancora aperti e la sensibilizzazione del pubblico verso una lettura critica dei termini di servizio diventa cruciale. 

La privacy nell'era dell'IA

Indubbiamente, vari giornalisti hanno già respinto la supposizione secondo cui gli smartphone monitorino le conversazioni degli utenti al fine di presentare pubblicità mirate. Si potrebbe ragionevolmente pensare che si sia verificato un equivoco di comunicazione da parte dell'agenzia pubblicitaria. CMG, infatti, potrebbe aver enfatizzato eccessivamente le proprie competenze, causando confusione e preoccupazione tra gli utenti.

In un contesto dove l'intelligenza artificiale traccia un sentiero sempre più sinuoso tra utilità e invasione della sfera personale, è necessario sollevare un dialogo informato sulla trasparenza delle aziende tech e sulle facoltà decisionali degli utenti.