Consumi maggiorati per motori di ricerca IA. Le stime per il futuro
L'implementazione dell'Intelligenza Artificiale (IA) nei motori di ricerca come quella recentemente annunciata da Google con AI Overview è destinata a ridefinire il modo in cui reperiamo informazioni.
L'implementazione dell'Intelligenza Artificiale (IA) nei motori di ricerca come quella recentemente annunciata da Google con AI Overview è destinata a ridefinire il modo in cui reperiamo informazioni. Tuttavia, come rivelano le analisi recenti, vi è un'inevitabile ripercussione in termini di consumi energetici e di emissioni di CO2.
I consumi di una ricerca IA
Secondo Alex de Vries, ideatore di Digiconomist, un'entità che studia le implicazioni ambientali legate alle nuove tecnologie, l'integrazione dell'IA incrementa i consumi per ogni singola ricerca fino a 3 wattora, ben il decuplo rispetto alle ricerche tradizionali. Una realtà preoccupante, soprattutto in vista di un futuro in cui l'intelligenza artificiale diverrà sempre più pervasiva.
Le stime per il domani
Le previsioni delineano un panorama in cui la domanda energetica globale dei data center è destinata a raddoppiare, passando dai 49 GW del 2023 ai 96 GW previsti per il 2026, con una notevole quota del 42% imputabile proprio alla domanda IA.
Per offrire una prospettiva più concreta, un server dotato di 8 GPU NVIDIA H100 rilascerebbe circa 2450 kg di CO2e al mese, richiedendo una potenza di 10.200 W.
Le implicazioni ambientali
Il colosso tecnologico Google ha affrontato un incremento nelle emissioni, un segnale allarmante in contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione. Pur mantenendo l'impegno di raggiungere l'ambizioso net zero entro il 2030, c'è da attendersi ulteriori crescite prima di assistere a un'inversione di tendenza.
- Le emissioni di Google sono aumentate del 13% rispetto al 2022, raggiungendo i 14,3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2023.
- La crescita del 37% delle emissioni legate all'energia consumata dai data center rappresenta un quarto del totale rilasciato.
Microsoft si trova in un calderone simile, con un incremento delle sue emissioni di quasi un terzo dal 2020, dovuto soprattutto alla costruzione di data center parte dei quali servono proprio l'IA.
Attualmente, i data center necessitano sempre più di energia non coperta da fonti rinnovabili, causando di conseguenza un incremento delle emissioni di CO2. Come riportato da Google, la quantità di energia consumata dai data center, e di conseguenza le emissioni risultanti, ha addirittura superato la capacità dell'azienda stessa di implementare nuovi progetti di energia pulita.