Cloud e strutture hyperscale: le webfarm aumentano i consumi

I consumi che aumentano delle webfarm: ultimi dati ed esempio di nuova webfarme nel milanese. Cosa c’è da sapere

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Lorenzo Pascucci 

Le webfarm tendono ad un aumento costante dei consumi dovuto alle operazioni di accensione, mantenimento e di raffreddamento dei server. I componenti hardware, infatti, lavorano 24 ore su 24 e tendono a surriscaldarsi e l’energia necessaria per il loro funzionamento viene trasformata al 99% in calore.

Webfarm: cosa sono

La webfarm rappresenta una serie di server collocati in un unico ambiente per la centralizzazione della gestione, la manutenzione e la sicurezza. E’ possibile che le webfarm contengano sistemi cluster per gestire meglio, attraverso una tipica architettura distribuita, carichi di lavoro pesanti o critici, garantendo, al tempo stesso, affidabilità senza problemi.

Per essere affidabili e funzionare bene, i data center devono mantenere una temperatura costante e permettere al calore di dissiparsi il più velocemente possibile in modo da evitare che il surriscaldamento del processore danneggi definitivamente il server stesso.

I consumi devono essere necessariamente ridotti anche e soprattutto per le cosiddette strutture hyperscale i cui rack (armadi alti in media 2.20 metri e larghi 80 cm contenuti nei data center) possono arrivare anche ad una potenza compresa tra i 15 e i 25 Kw. Se è vero, da una parte, che la potenza dei rack è aumentata, è anche vero, dall’altra, che all’aumento della potenza corrisponde un aumento di calore e consumi.

Webfarm: ultimi esempi e novità

Esempio di grande affidabilità e sicurezza, come riportano le ultime notizie, sarebbe la nuova webfarm di Aruba. Questo grande data center che sorge nei pressi di Milano prevede sistemi progettati e costruiti per soddisfare ed eccedere i massimi livelli di resilienza previsti dal livello Rating 4 (former Tier4) di ANSI/TIA 942-A e si compone di tre edifici: il primo ospita le sale dati (10 in tutto), con una capacità complessiva di 3.600 rack, con una potenza massima raggiungibile di 4 MG, dei 90 MW previsti per l’intero campus; il secondo ospita gli impianti del sistema di raffreddamento e i magazzini a disposizione dei clienti; il terzo, definito motore di tutto, ospita un sistema geotermico per il raffreddamento dell’acqua ad una temperatura di 8-10 gradi, da rimettere in falda dopo il suo impiego.

Il nuovo data center Aruba custodisce un grande patrimonio, meno tangibile dell’oro, ma pur sempre prezioso, e stiamo parlando dei dati delle imprese; i suoi generatori di emergenza garantiscono un’autonomia di 48 ore senza rifornimento; e vanta una struttura completamente ecologica e dotata i tecnologie modernissime e all’avanguardia per garantire i massimi standard di sicurezza, prestazioni ed efficienza energetica, non solo per ridurre l’impatto sull’ambiente, ma anche per assicurare convenienza e qualità dei servizi.