Al via il Digital Markets Act in Europa. Le nuove regole

L'entrata in vigore del Digital Markets Act (DMA) segna un momento storico per la regolamentazione dei mercati digitali in Europa.

Al via il Digital Markets Act in Europa.
Marcello Tansini 

L'entrata in vigore del Digital Markets Act (DMA) a partire del 7 marzo, segna un momento storico per la regolamentazione dei mercati digitali in Europa. Con sanzioni che possono raggiungere fino al 10% del fatturato globale, questo nuovo regolamento si propone di imporre regole più eque in un settore dominato dai giganti della tecnologia, conosciuti come big tech.

Quali aziende sono coinvolte?

Le regole del DMA riguardano le piattaforme con un fatturato annuo nell'UE di almeno 7,5 miliardi di euro negli ultimi tre anni, una valutazione di mercato di oltre 75 miliardi di euro, oltre a contare almeno 45 milioni di utenti finali mensili e 10.000 utenti aziendali nell'UE.

La Commissione europea ha identificato 22 piattaforme chiave, suddivise in varie categorie, che si vedono ora obbligate ad apportare significativi cambiamenti alle loro politiche e tecnologie:

  • social network quali TikTok, Facebook, Instagram e LinkedIn;
  • browser come Safari e Chrome;
  • sistemi operativi tra cui Google Android, iOS e Windows PC OS;
  • software dedicati agli spazi pubblicitari inclusi Google, Amazon e Meta;
  • servizi di intermediazione come Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App Store e Meta Marketplace;
  • servizi di messaggistica tra cui WhatsApp e Messenger.
  • A queste si aggiungono Google Search, riconosciuto come motore di ricerca principale, e YouTube, la piattaforma per la condivisione video.

L'impatto sulle operazioni delle big tech

Meta e TikTok hanno introdotto significative modifiche per proteggere la privacy e le preferenze degli utenti. Non mostreranno più pubblicità personalizzata ai minorenni e cesseranno di basare le pubblicità su etnia, opinioni politiche e orientamento sessuale degli utenti. Meta ha inoltre implementato opzioni per limitare la condivisione di dati tra le sue diverse piattaforme, come Instagram, Facebook e Messenger, e sta aggiornando WhatsApp per permettere la comunicazione criptata con utenti di altre app di messaggistica.

Apple, per la prima volta, consentirà agli utenti iPhone e iPad di accedere a store di app concorrenti, usare sistemi di pagamento alternativi e scegliere browser predefiniti diversi da Safari. Queste novità mirano ad aumentare la scelta dei consumatori e ridurre la dipendenza dall'ecosistema Apple. 

Amazon si è impegnata a garantire un trattamento equo per tutti i venditori sulla sua piattaforma e a migliorare la visibilità dei prodotti dei suoi concorrenti.  L'azienda ha introdotto servizi di spedizione alternativi al proprio Amazon Prime, offrendo prezzi e tempi di consegna competitivi e sta incrementando la trasparenza del suo sistema pubblicitario, offrendo a venditori e utenti maggiori possibilità di controllo.

Google renderà meno visibili i propri servizi nei risultati di ricerca, offrendo maggiore spazio ai concorrenti. In modo analogo, nei risultati di ricerca per categorie specifiche come voli e ristoranti, garantirà un collegamento maggiore ai siti dei concorrenti. Gli utenti europei avranno inoltre l’opzione di limitare la condivisione dei dati personali tra i vari servizi di Google..

Reazioni e possibili scenari

Non tutte le risposte alle nuove normative sono positive. Gli sviluppatori e alcune aziende tecnologiche esprimono preoccupazione per la possibile violazione dello spirito del DMA e per l'impatto sulle loro operatività. Inoltre, le diverse interpretazioni delle regole potrebbero portare a battaglie legali prolungate, come quella attualmente affrontata da Apple, che è stata multata per comportamenti anticoncorrenziali nel suo App Store.

L'Europa attende adesso di vedere se le proposte di adeguamento presentate dalle big tech saranno sufficienti o se avranno inizio battaglie legali per assicurare il pieno rispetto del DMA.

Per gli utenti finali, il DMA si pone come una potenziale svolta per una maggiore libertà di scelta e un'esperienza online più equa. Con il passaggio del testimone alle autorità di regolamentazione, resta da vedere come queste nuove regole verranno applicate e se saranno in grado di tenere testa a giganti del calibro di Apple, Amazon, Google, Meta, TikTok e Microsoft.