Wi-Fi in italia: mappa degli accessi nelle città e regioni. Aumento copertura ma senza coordinamento

La situazione degli spot Wi-Fi in Italia.

 

In Italia ci sono circa 4.100 punti di accesso Wi-Fi posizionati negli aeroporti, negli hotel, nelle stazioni ferroviarie e in altri luoghi pubblici di transito e attesa. Troppo pochi, se si fa il confronto per esempio con la vicina Francia, dove gli access point Wi-Fi pubblici sono oltre 20 mila. E gli utenti italiani che utilizzano la tecnologia Wi-Fi sono stimati al massimo in 300 mila.

Le cause di questo ritardo sono molteplici, scrive Alessandro Longo su L’Espresso. Il mercato italiano delle TLC sembra dominato dalle soluzioni ADSL tradizionali, che peraltro non arrivano a coprire l’intero territorio nazionale, e dalle reti mobili a banda larga proposte dagli operatori di telefonia.

E il Wi-Fi trova ostacoli anche sul piano normativo: il Decreto Pisanu, in scadenza il 31 dicembre, di cui si paventa un’ulteriore proroga, obbliga chi offre connessioni a Internet all’interno di esercizi commerciali a richiedere la licenza al questore locale e soprattutto a identificare gli utenti e a conservarne i dati. Molti gli esercenti che hanno rinunciato a installare postazioni Wi-Fi per i costi aggiuntivi che il decreto comporta.

A fronte delle difficoltà, tuttavia, la copertura Wi-Fi continua ad aumentare. Per vedere la dislocazione dei vari access point vi rimandiamo alla mappa del Wi-Fi pubblicata dall’Espresso. Cresce grazie anche a progetti come quello della Provincia di Roma, che vuole realizzare diversi access point Wi-Fi nella capitale e nei comuni limitrofi e fornire un’ora gratis al giorno di navigazione per ogni cittadino. E grazie anche agli operatori che stanno investendo nelle zone di digital divide, quelle non raggiunte dall’ADSL e, in alcuni casi, nemmeno dal segnale UMTS e 3G utilizzato per le connessioni tramite cellulari e chiavette USB.

Solo che questi coraggiosi imprenditori, come Ngi, rischiano di sprecare i loro soldi. Perché diverse Regioni e Province vogliono finanziare con fondi pubblici la creazioni di reti per le zone non coperte da ADSL e, se l’obiettivo è nobile, la gestione appare poco efficiente: molti bandi di gara presentano tra le liste dei comuni da raggiungere anche quelli già coperti dai servizi degli operatori di cui sopra, che hanno investito senza alcun aiuto pubblico e che rischiano di trovarsi a fronteggiare una concorrenza sostanzialmente sleale.

E qui emerge un altro problema legato alla diffusione del Wi-Fi: la mancanza di un coordinamento tra i vari attori protagonisti del settore, compresi coloro che si interessano di Wi-Fi per ragioni di ordine amministrativo e politico. In tutto questo caos sono anche partiti i lavori di Linkem e Aria, le due aziende che puntano sull’evoluzione del Wi-Fi: il WiMax. Speriamo si faccia presto ordine.

Autore: Pierluigi Emmulo

Ultimi articoli correlati:

  • Tutta la Pubblica Amministrazione coperta da Adsl e nuovi servizi tecnologici tra cui VoIP e Wifi