Il CV vero e proprio
IL CV vero e proprio
Ovviamente la lettera diaccompagnamento deve essere personalizzata, per essereefficace, quasi azienda per azienda (solo ad aziende similiper settore e caratteristiche si può mandare lo stessotesto); ma anche il Cv può avere versioni multiple,perché anche per esso l’importante è chemetta in evidenza i vostri punti forti. E i punti forticertamente saranno diversi per, poniamo, un laureato inchimica che sia motivato tanto per una esperienza diproduzione che di vendita, e che scriva ad una aziendapetrolifera per il primo tipo di carriera, e ad una di largoconsumo per il secondo.
In generale , comunque, il Cvè composto di quattro parti:
I) DATI PERSONALINome, cognome, indirizzo, data e luogo di nascita, statocivile. Altre informazioni sono superflue. Èimportante dare un recapito telefonico affidabile: se nonc’è nessuno in casa nelle ore diurne, e non siha segreteria telefonica, è opportuno fornire una based’appoggio (non sempre alla telefonata a vuoto segue untelegramma di convocazione).
II) ISTRUZIONEPartendo dall’esperienza più recente (master olaurea), fino al diploma superiore. Il voto di laurea vasempre indicato, mentre quello di maturità èopportuno indicarlo solo se molto positivo. Occorre indicarel’anno di conseguimento della laurea, e l’università, oltre alla facoltà, frequentata. Sesi scrive per un tipo di lavoro in particolare, èopportuno evidenziare se si è seguito un indirizzo distudi specifico e, a maggior ragione, una tesi di laurea adhoc; l’argomento della tesi è opportunoindicarlo comunque. In questo settore andranno inseriti tuttii corsi extrauniversitari seguiti, nonché laconoscenza delle lingue, specificando chiaramente il livello,e l’utilizzo di supporti informatici.
III) ESPERIENZEEXTRASCOLASTICHE Qui occorre essere, ad un tempo, sincerie sbruffoni. L’avere un buon "dossier"extrascolastico è importante, perché togliequella sensazione da "ha ancora il latte sullelabbra" che molti selezionatori avvertono al cospettodei neolaureati più sedentari e magari secchioni.Difficilmente, però, un neolaureato può vantareesperienze realmente significative, che cioè gliabbiano trasmesso delle competenze vere e proprie.
È importante allorasegnalare quelle esperienze che denotano o delle attitudiniimportanti per l’azienda, a garanzia che si sta facendoun buon acquisto nel medio periodo, o una infarinatura di"vita vissuta" e di capacità che fannopensare che l’ambientamento e la professionalizzazionedel neoassunto saranno più rapide che in altricasi.
Tra le attitudini, sono tipiche la capacità dilavorare in gruppo, la leadership, o le capacitàorganizzative che si acquisiscono con attivitàsportive o con ruoli di responsabilità inassociazioni. Ancora, la capacità di essere autonomi,curiosi e di ambientarsi, sviluppate con esperienze (lungheod originali) all’estero o comunque fuori casa. Anchela creatività può uscire da esperienzecertificabili di vita vissuta. Come "infarinature"di attività non lontane dalla vita aziendale, vi sonotutti i piccoli lavori, come quelli di vendita diretta, diattività contabili o anche di segreteria, di pubblicherelazioni e, rara, di saper scrivere e parlare in"aziendalese". Particolarmente importanti,ovviamente, le esperienze vere e proprie in termini di stagesaziendali: attenzione però che, per essere consideratoutile, deve trattarsi almeno di un periodo di uno-due mesi.Occorre essere un po' sbruffoni, ma sinceri,perché bisogna saper valorizzare al massimo il"valore aggiunto" , la potenziale utilitàper l’azienda delle esperienze avute, e non il titoloformale: così, un mese di vendita porta a porta od unesame che ci ha portato a studiare dal vivo alcuni casiaziendali possono senz’altro essere "venduti"meglio che aver passato qualche mese in universitàcome pseudo-assistente. Se si ha qualche esperienzaprecedente di lavoro "vero" , occorre indicareanaliticamente cosa si è fatto: o in termini diattività ("un anno nella Direzione Amministrativadella Società Bortolotti, in cui mi sono occupato dicontabilità clienti, contabilità fornitori,recupero crediti e, marginalmente, di tesoreria") oancora meglio di risultati ("un anno come analistaprogrammatore, in cui ho contribuito al progetto di riduzionedegli stock del 40% attraverso l’informatizzazione deimagazzini periferici, e alla revisione del sistemainformativo del personale").
IV)HOBBIES E INFORMAZIONI "PERSONALI" Questaparte deve servire a dare un’ immagine di noi comepersone "a più dimensioni"; èimportante soprattutto se i tempi di laurea non sono statirapidissimi, per dimostrare che il tempo non è statoperso, ma investito in qualcos’altro. Quasi tuttiaffermano di amare i viaggi, di praticare qualche sport, didedicarsi a profonde letture e di avere qualche hobbypiù o meno originale (il cinema è in testa allepreferenze). Come differenziarsi, dunque? In primo luogo,senza barare, riportando eventuali riconoscimenti, premi otraguardi raggiunti: un conto è affermare di amare lacucina o lo sci, un altro conto è segnalare di esseremaestri di sci o sommelier patentati. Si dàl’idea che, quando si fa una cosa, la si fa condeterminazione. L’importante è comunque chequesta parte integri il resto del Cv, equilibrandolo e nonesasperandone alcuni aspetti. Se si è laureati infilosofia, e si è fatta una tesi di estetica, puntandoad una azienda è più saggio indicare tra gliinteressi l’informatica o le motociclette, piuttostoche la pittura. Viceversa, se si è dato un taglioesasperatamente "aziendale" al Cv, come se dapiccoli non si fosse pensato che alla carriera, meglioindicare qualche interesse umanistico o sociale, come ilvolontariato. È ovvio che bisogna scegliere tra leproprie attività reali, non inventarle o esagerarle adhoc: oltre a non essere etico, "aggiustare" il Cvper dare un’ immagine falsata di se èestremamente pericoloso. Tutti i peccati sono veniali, inazienda, esclusa l’inaffidabilità.Un’ultima avvertenza: se è vero che un Cv"è forte come la più debole delle sueparti" , in quanto non serve essere eccellenti sul 90%dei requisiti, se manca del tutto un 10% indispensabile,è anche vero che noi dobbiamo presentarlo in modo daevidenziare i nostri punti forti, e recitare invece sottovocequelli deboli. Quindi, se le parti del Cv sono indubbiamentele quattro citate, l’ordine non deve necessariamenteessere quello: dobbiamo invece mettere per prima, fatta salvaun minimo di coerenza del testo, la parte che ci puòmettere in miglior luce, e per ultima quella che ci èsfavorevole. Ad esempio, se siamo un po'"vecchiotti" , diciamo sopra i 27 anni, possiamointestare il Cv con nome, cognome e indirizzo, proseguire conistruzione ed esperienze, e in fondo rimettere i propri datipersonali, completi anche della data di nascita. Otterremo inquesto modo di passare, se il nostro Cv è per il restobuono, la "ghigliottina" iniziale che alcuniadottano in base all’età (si noti che negli Usaogni discriminazione in base all’età, oltre cheal sesso, razza, ecc., è vietata dalla legge, tantoche la data di nascita non viene indicata nei Cv).Così, se il nostro voto di laurea è mediocre,è opportuno ingolosire prima il selezionatore con unricco carnet di piccole esperienze extrauniversitarie, e poi"en passant" fargli scivolare il voto sotto ilnaso. È il caso di indicare referenze? In generale no,è passato il tempo in cui il parroco o il notabilefacevano da garanti per le assunzioni. Tuttavia, seconosciamo qualche personaggio importante che ha rapportiprofessionali con l’azienda in questione, o cheè da questa stimato, può non essere inutileindicarlo: a parità di requisiti, o in caso di qualchedubbio marginale, forse potrà essere un puntod’appoggio. Del tutto inutile, anzi controproducente,indicare "potenti" di qualsiasi specie.