Gli stipendi e le retribuizioni degli informatici italiani e specialisti IT dal rapporto OD&M Consulting 2006 (Parte II)

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Ma riprendiamo questi due punti. In generale l’ICT pagadi più, si è detto. È soltanto questionedi avere magari a disposizione Pc più evoluti? Sapereusare un computer è veramente valutato positivamentedal mercato? A questo proposito c’è un aspettoancora più ampio a cui prestare attenzione. Si pensial classico lavoro di una segretaria o a un responsabileamministrativo. In verità quello che spesso si mettecome voce qualificante in un curriculum, ovvero la conoscenzainformatica per esempio di Word, Excel o di Internet, nonrappresenta un plus. Non fa più la differenza. I trenddi medio e lungo periodo sotto il profilo delle retribuzionivedono per queste classi di impiegati una sovrapposizione deivalori a quelli degli operai. Lavorare in ufficio usando unelaboratore elettronico per svolgere processi a bassocontenuto specialistico non innalza più il livelloretributivo di mercato, come avveniva oltre un decennio fa.

Il rapporto tra le retribuzioni (per ora ancora contenutorispetto a quanto avviene, per esempio, negli Usa, dovepuò arrivare tra i due estremi di un’impresa a1:400) degli impiegati/operai e quelle dei quadri èapprossimativamente di 1:2 e rispetto a quelle dei dirigentidi 1:4. Nell’ICT le medie rispettano queste quoteproporzionali anche se sono schiacciate un po’ sulvertice. Nel 2005 la retribuzione totale annua lorda media diun impiegato era di 26.152 euro, quella di un quadro di46.509 euro, mentre un dirigente percepiva 81.153 euro. Nelprimo semestre 2006 i valori sono lievitati ulteriormente, inmedia del 6%, recuperando qualcosa sul brusco stop del 2003,vero anno nero per gli stipendi. Al di là di questemedie, come si è detto, emigrare dal mondo ICT versoaltri settori è poi vantaggioso per le alteprofessionalità. Soltanto per fare un esempio undirigente che opera nell’area funzionale IT nel settoredel Credito e Assicurazioni sfiora i 90mila euro: +12%rispetto al suo omologo che lavora nel settore ICT.

C’è poi un fattore macroeconomico che toccal’informatica. A parte la fine di una speculazionematurata negli anni 2000-2001 che ha visto lievitare lequotazioni degli esperti ICT sulla scia della new economy, inItalia abbiamo assistito in questi ultimi anniall’emergere di nicchie di mercato consideratetradizionalmente più deboli, come le piccole imprese oil Sud. L’evidenza non riguarda i valori assoluti, mala progressione. Mentre le grandi società o il“panzer” dei settori, il mondo del Credito, hannofermato la crescita della retribuzione di base e puntatosulla variabilizzazione, magari legata a premi di risultato,chi era in seconda fila ha accelerato o, perlomeno, haaccorciato più rapidamente le distanze. Nel borsinodelle professioni, invece, le cose sono molto piùcomplesse essendo l’informatica un mercato perdefinizione dinamico, innovativo, anche sotto il profilodelle “job description”. Si pensi soltanto al“blog administrator” che fino a qualche anno faera un content writer o un webmaster e ancora prima unaddetto alla comunicazione esterna.

Ma a parte questi elementi di marginalità,c’è un nocciolo duro di professioni cherappresenta il settore in concreto. OD&M Consulting haelaborato per Apogeonline un borsino aggiornato al primosemestre 2006 dei dieci impieghi più diffusi e legatiall’informatica. La tabella presenta medie trasversaliai settori, non riferite soltanto all’ICT. Come leggerei dati? In primo luogo è opportuno valutare leinformazioni sia rispetto a una progressione temporale, peravere una fotografia sulla dinamica di crescita, sia intermini assoluti, considerando i dati relativiall’ultimo semestre del 2006. Non dimenticate diconsiderare anche l’inflazione. Dal 2002 a oggiè cresciuta tra il 9 e il 10% (il dato 2006 èancora da definire).

A parte il recupero di questi ultimi mesi, chi ha guadagnatoveramente in questi anni? È soltantol’evoluzione delle tecnologie a segnare il passo per leprofessioni o piuttosto la progressiva divaricazione di unaforbice che separa le maggiori e le minoriresponsabilità? Forse la tecnologia non ha tuttal’importanza che le attribuiamo in termini di pesospecifico professionale. O forse innovazione e capitale umanosono realmente estranei. Ma siamo proprio sicuri?

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Dario Banfi, 35 anni, ègiornalista professionista e freelance. Appassionato ditecnologia e Web, è specializzato in Ict business econsumer, mercato del lavoro e pubblica amministrazione.È collaboratore del Sole 24 Ore-Job 24 e da anniscrive per periodici e pubblicazioni di editoriaspecializzata. Consulente editoriale e nell´ambitodella comunicazione d´impresa, ha lavorato persocietà di relazioni pubbliche, grandi societàdel settore informatico, operatori istituzionali e privatiattivi nel mercato del lavoro e nella consulenza direzionaled´impresa. Laureato in filosofia, è statocontent writer e project manager per agenzie italiane di newmedia. Per Apogeo ha pubblicato Liberiprofessionisti digitali.