Lavoro in CoCo addio? Nuovo progetto di legge per sostituirlo entro l'estate... Finalmente!
Il contratto di lavoro di Collaborazione Coordinata eContinuativa, per gli "amici" Co.co.co, èuno dei più diffusi nell'ambiente informatico (enon solo).
Era stato introdotto nel 1995, per lavori a tempo determinatoe senza vincoli di orario e di presenza in ufficio.
Di fatto si è rapidamente trasformato in uno dei modipiù diffusi dalle aziende per "assumere"(parolone!!) i giovani, pagando meno contributi Inps eobbligandoli de facto ad un lavoro continuo di 5 giorni allasettimana per 8 ore, senza obblighi da parte dell'aziendadi pagare ferie, liquidazioni e giorni di malattia, con unaestrema facilità al licenziamento e versando il minimodei contributi per la pensione.
Nonostante le palesi ingiustizie nei confronti deilavoratori, il Co.co.co è stato accettato soprattuttodalla attuale generazione dei trentenni che da in un recentesondaggio fatto dal Censis dichiarano (7 su 10) di esserecontenti del loro contratto.
Anche se, per amore di verità, la stessa ricercaafferma che questi giovani vivono ancora a casa con igenitori (come potrebbe essere altrimenti visto che con uncontratto in Co.co.co le banche non concedono mutui) e che"vivono alla giornata" (d'altra parte non sipossono fare grandi progetti con un lavoro che può"saltare" da un momento all'altro, senzaconcedere neppure una minima liquidazione).
Quando ci si lamenta dei giovani trentenni che vivono ancorain casa, sarebbe meglio rifletterci un pò su...
Una buona notizia sembra però essere in arrivo: lafine del contratto Co.co.co potrebbe essere giàufficiale entro l' estate con la riforma del lavorointitolata a Marco Biagi sulla quale egli stesso avevaalacremente lavorato.
La riforma potenzia il lavoro flessibile (e come potevaessere altrimenti?) con nuovi contratti che, in qualche modo,difendono maggiormente chi lavora.
Non si sa ancora nulla di preciso, ma sembrerebbe che icontributi Inps da pagare per le aziende saliranno al 19%(contro il 10-14 % attuale) e che maggiori e piùrigide restrizioni saranno introdotte.
Per esempio, il Co.co.co sarà sostituito con uncontratto chiamato "Lavoro a progetto" dovedovrà essere indicato il progetto a cui si èchiamati a lavorare e un tempo massimo, dopo il quale ilcontratto (si spera) non potrà più essererinnovato.
Sempre nello stesso decreto legge proposto, si parla di"Staff Leasing" , cioè l'affitto, pressoagenzie specializzate, di manodopera a caratterecontinuativo.
In generale, si prevedono nuovi contratti piùelastici, ma con una maggior tutela del personale.
Infine, sarà creata la cosiddetta "Borsa delLavoro" , un sito web sponsorizzato del governo cheprevede al suo interno un grande database dove ci sarannoofferte di lavoro provenienti da servizi di collocamentoprivati e pubblici.
Tutto questo, ovviamente, per cercare di aumentarel'occupazione, con l'ambizioso obiettivo diraggiungere il 70% dell'occupazione nell' UnioneEuropea (in Italia siamo al 54%).
Che dire? Speriamo che questi nuovi contratti tutelinodavvero i lavoratori, soprattutto i più giovani,favorendo le possibilità di occupazione, ma senzaprecarizzare il mercato del lavoro con gravi conseguenze pertutta la società italiana.
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